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Strategia Vincente

Sviluppo Aziendale e Strategia



Per comprendere appieno il significato di strategia vincente ed evitare banalizzazioni, riteniamo in ogni caso mettere due paletti :

- una Strategia è tale, solo se essa non è facilmente copiabile dalla concorrenza.

Alcuni esempi: una campagna pubblicitaria, se pur bella e ben riuscita, non rappresenta una strategia. La concorrenza può mettere in campo una similare in pochi mesi.
Lo stesso dicasi di una variazione alle caratteristiche del prodotto, di una campagna promozionale. Insomma siamo nel normale campo della competizione. La quale, a differenza purtroppo di molti che la invocano come un valore ("bisogna essere competitivi"), è soltanto una via (faticosa e noiosa) per la sopravvivenza. Mentre la Strategia è la via che dovrebbe portare al successo.


La competizione è come una battaglia che trova alla fine tutti perdenti. E' come lo sforzo di alzarsi in piedi in una platea per vedere meglio. Il primo che si alza in piedi è un po' scomodo,ma vede certamente meglio. Ma questo non impedisce, in alcun modo, agli altri di fare lo stesso. E tutti si alzano immediatamente dopo. Ed immediatamente tutti vedono come prima. Fuor di metafora: la battaglia competitiva richiede grandi investimenti, ma non permette una vittoria definitiva.

Dopo lotte e fatiche tutti si ritrovano alla pari. Solo un po' più poveri di prima.


Usiamo il condizionale perché ad esso (successo) si perviene solo se:

- una Strategia è vincente
, cioè quando produce valore (ossia margine operativo) per lungo tempo.
A questo scopo occorre che oltre ad essere Unica (cioè si differenzi da tutto ciò che esiste nel settore di riferimento) sia nel contempo Ben Realizzata. In questo binomio Buona Strategia/Buona Realizzazione abbiamo il 25% di probabilità di successo (date le 4 combinazioni possibili). Ma occorre porre molta attenzione nel non commettere errori sul piano operativo e debordare quindi nel quadrante Buona Strategia/ Cattiva Realizzazione ossia l'insuccesso.

Per elaborare una strategia vincente occorrono immaginazione e creatività
Ossia un capitale a costo zero. Ma come non si può chiedere ad una persona Sii Creativo (si rientrerebbe nell'assurdo del Sii Spontaneo), allo stesso modo non si può chiedere ad un imprenditore in crisi di avere fantasia, immaginazione. Insomma Sii imprenditivo.
Sembrerebbe di aver imboccato un vicolo cieco. E infatti è così. Come se ne esce fuori?

Attraverso un nuovo tipo di consulente.
Conoscitore di mappe strategiche, ma non facitore della strategia.

Una eteroprogettazione rispetto al sistema azienda, imprenditore e suo staff, crea delle inevitabili resistenze da parte delle persone che non partecipano al progetto e che sostanzialmente lo subiscono. Queste, per una evidenza logica lapalissiana, hanno bisogno di affermare la propria identità e non hanno altro strumento che la contrapposizione anche silenziosa. Così, messi di fronte ad un progetto già sviluppato, lo negano come unica reazione possibile.

E catalizzatore che stimola l'imprenditore a rigenerarsi ed avere voglia di progettualità per una nuova identità dell'impresa:

- diversa da quella dei concorrenti (per uscire dal circolo vizioso della competizione)
-
visibile ed attesa dal mercato
- capace di produrre valore


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